“Jin Jiyan Azadî” = DONNA VITA LIBERTA’
È questo il motto che in questi difficili giorni le donne persiane urlano nelle piazze, nelle scuole e nelle città dell’attuale Iran. Tutto in nome della Libertà di poter scegliere se indossare o non indossare il famigerato hijab o tchador. Ma la performance artistica “Visioni del Velo”, agitata dagli attori della compagnia “Avanguardia Pium Pium”, si prefigura come un tentativo allegorico di fare Luce sulla storia di un Simbolo. Il Velo, custode della bellezza, usanza pre-islamica che nel tempo si lega all’Identità di una Tradizione secolare di indiscussa sapienza, diviene oggi, in nome del fondamentalismo e dell’idiozia umana, uno strumento coercitivo e repressivo del sacro femminino di un popolo, anzi di una cultura. Rimane il sapore amaro di una domanda: è possibile oggi risvegliare il significato di un Simbolo di Libertà che si è addormentato?